Prime Esperienze
Amicizie al Liceo: io e Marta
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11.06.2022 |
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"Peraltro, la consapevolezza che i miei amici non avrebbero visto di buon occhio un nostro eventuale avvicinamento, mi rendeva assai poco incline anche solo a..."
Penso capiti a tutti di avere quelle amicizie in cui, oltre all'affetto ed alla stima, c'è anche una non troppo velata attrazione reciproca. Tra me e Marta è sempre stato così.
La nostra amicizia risale ai tempi del liceo.
Per i primi 3 anni siamo stati come due rette parallele: io il classico ragazzo ben inserito nel gruppo classe, con ottimi voti, dedito allo sport, preso dalle ragazze un po' più precoci; lei un po' strana, con un ristretto gruppo di amici e dei peculiari gusti nel modo di vestire.
Al quarto anno le cose son cambiate. Le nostre vite - prima parallele - si sono incrociate.
Complice il tentativo dei professori di separare chi troppo chiacchierava durante le lezioni, finimmo per diventare vicini di banco.
Inizialmente ero molto contrariato. La sua presenza, il suo modo di fare eccessivamente zelante, i continui tentativi di accattivarsi l'attenzione dei professori, mi infastidivano.
Peraltro, la consapevolezza che i miei amici non avrebbero visto di buon occhio un nostro eventuale avvicinamento, mi rendeva assai poco incline anche solo a rivolgerle la parola.
Se ci ripenso ora, a com'ero superficiale, mi vengono i brividi. Ma all'epoca privilegiavo ancora troppo l'apparenza e mi accontentavo di intrattenere rapporti superficiali.
Tuttavia, se c'è una cosa buona dell'adolescenza, è che si cambia. Talvolta repentinamente.
E fu proprio quello che accadde a me.
Più tempo trascorrevo lontano dagli amici e dalle ragazze che orbitavano attorno al mio gruppo, più diventavo riflessivo, taciturno, introverso.
Credo che, in quel periodo, andasse forgiandosi quella che sarebbe poi stata la mia personalità negli anni a venire.
Mi avvicinai all'informatica, scoprendo il mondo dell'online gaming, la pornografia, i forum, le chat, i racconti erotici. Come si suol dire, diventai un po' nerd.
A questo mio cambiamento corrispose l'inizio del mio rapporto con Marta.
Come mi confessò anni dopo, notando questo mio cambiamento e l'alone di mistero di cui mi ero inconsapevolmente circondato, aveva iniziato a sentirsi fortemente attratta da me.
Per converso, io cominciai a prestare attenzione al mondo ed alle persone con occhi diversi. E così, dietro ai vestiti discutibili ed agli atteggiamenti volutamente eccentrici, iniziai a notare l'essenza più profonda della giovane donna che sedeva al mio fianco.
Marta.
Occhi di un bellissimo azzurro-grigio, lineamenti pressoché perfetti, carnagione chiara e delicata, labbra dal colore vivace e carnose, un corpo nel fiore dello sviluppo.
Una personalità esuberante, curiosa, riflessiva, capace di ascoltare.
Un animo gentile, anche verso chi - come me - non aveva fatto altro che tenerla a distanza.
Iniziai a scambiarci qualche parola. Da qualche parola, passammo a discorrere in continuazione.
Nelle pause, tra una lezione e l'altra, non mi alzavo più alla ricerca dei miei vecchi compagni.
Indugiavo lì, al mio banco, giocherellando con carta e penna, mentre tra di noi nasceva un'amicizia più profonda di quelle che ero solito instaurare.
Potevamo parlare liberamente di letteratura, di mitologia greca, di arte, di libri, di sesso, perdendoci in discorsi interminabili.
Nel farlo, i nostri sguardi si incrociavano sempre più frequentemente. Le labbra di entrambi si increspavano in quei sorrisi involontari di chi avrebbe molto altro da dirsi, ma non dice nulla.
Sul finire del quarto anno, con l'arrivo dell'estate, decisi che era giunta l'ora di farsi avanti.
Le chiesi di uscire e lei accettò di buon grado.
Come primo appuntamento, optammo per trascorrere la giornata al mare, al Lido di Venezia.
Temevo che la scelta di trascorrere assieme un'intera giornata potesse essere azzardata. Che si creassero silenzi o momenti di imbarazzo.
Ma il mio timore si rivelò subito infondato.
Sin dal tragitto, tra bus e Ferry Boat, l'ormai collaudata chimica tra noi ci permise di superare tranquillamente le prime fasi dell'appuntamento.
Arrivati in spiaggia, ci recammo agli spogliatoi per cambiarci.
Io, che per comodità ero partito da casa già in costume, impiegai poco più di un minuto a cambiarmi e, dunque, la aspettai all'uscita dello spogliatoio.
Quando pochi minuti dopo uscì anche lei, indossava un bikini colorato.
Doveva aver trascorso qualche pomeriggio a prendere il sole in giardino, perché la sua pelle era già tinta dall'abbronzatura. Indugiai un attimo con lo sguardo sul suo seno piccolo e sodo, prima di rinsavire per indicarle la strada verso il mare.
Ci incamminammo. Il marciapiede che conduceva alla spiaggia era piuttosto stretto. Marta mi passò davanti senza esitazione, con passo celere. Ancora una volta, mi trovai a contemplare il suo corpo. Le natiche sode, le gambe ben tornite, la schiena sinuosa e sensuale.
La giornata in spiaggia procedeva senza intoppi, tra chiacchiere, sole e mare. Approfittammo della scusa del caldo per buttarci in acqua più volte. Ad ogni bagno, i nostri scherzi si facevano più frequenti, creando fugaci occasioni per avvicinarci.
Sotto sera, quando il sole iniziava a calare, eravamo ormai al punto in cui passavamo più tempo avvinghiati l'uno all'altra in mezzo al mare, che a nuotare.
Così, mentre le sue gambe si stringevano giocosamente attorno alla mia vita, portai finalmente la mia mano dietro alla sua nuca, per premere le mie labbra contro le sue.
Ne nacque un bacio interminabile ed appassionato.
Le nostre lingue si intrecciavano, mentre le mani correvano lungo i rispettivi corpi, guidate da un incontrollabile desiderio di scoprirsi.
Inutile dire che quel bacio aveva risvegliato i miei istinti più selvaggi e che mi era divenuto impossibile nascondere ulteriormente la dirompente erezione che premeva contro il suo corpo.
Come se mi avesse letto nel pensiero, sentii la sua mano infilarsi dolcemente nel mio costume. Per un momento smisi di baciarla e la guardai negli occhi, che si trovavano a pochi centimetri dal mio volto.
Aveva il respiro leggermente affannato, lo sguardo visibilmente carico di desiderio. Mentre mi fissava, la sua mano scivolava attorno al mio membro, quasi a volerne saggiare dimensioni e consistenza.
Poi, la sua presa attorno al mio membro eretto si fece più salda, mentre si sospingeva verso di me, per sussurrarmi all'orecchio "voglio che la mia prima volta sia con te".
In quel momento preciso, mentre la mia verga pulsava di desiderio stretta nella presa di Marta, realizzai che sarebbe stata la prima volta per entrambi quella sera.
Assaporai ogni secondo di quel bacio.
Mentre le mie mani esploravano il suo corpo, nella mia testa si susseguivano le immagini e le fantasie su quello che avremmo fatto di lì a breve.
Man mano che il sole tramontava, uscimmo dall'acqua, per asciugarci, rivestirci e prepararci per la cena. Mentre Marta si asciugava i capelli, approfittai per allontanarmi e andare a comprare i preservativi.
Al mio ritorno, lei mi stava aspettando.
Indossava dei sandali leggeri, una canotta scura e degli short di jeans che mettevano in risalto le sue forme abbronzate. Era poco truccata, con i capelli sciolti e quell'aria di mare addosso che rende tutti più belli.
Andammo a cena in un locale nei pressi della spiaggia. Chiacchieravamo del più e del meno, come al solito, ma nell'aria si poteva percepire la trepidazione.
Dopo la cena, tornammo in spiaggia per una passeggiata. Era ormai notte. La luna si stagliava nel cielo, illuminando timidamente la spiaggia, quel tanto che bastava per vederci. E per vedere dove mettevamo i piedi.
Di tanto in tanto, lungo il cammino, ci fermavamo per baciarci con trasporto.
A forza di ricevere stimoli, il mio continuo stato di erezione stava diventando quasi doloroso.
Trovammo finalmente un angolo appartato di spiaggia, dove poterci stendere a guardare le stelle. Il mare rumoreggiava nelle vicinanze e un leggero vento accarezzava i nostri corpi.
Mentre parlavo, non mi accorsi che Marta si era completamente denudata.
Improvvisamente mi trovai il suo corpo caldo e completamente nudo che premeva su di me.
Iniziò a baciarmi con foga, sulle labbra, sul collo, sul petto.
Cercai goffamente di sfilarmi la maglietta e i pantaloni.
In men che non si dica, eravamo entrambi nudi, stretti l'uno all'altra.
Mi spostai sopra di lei, baciandola ed palpandola con delicatezza.
Lentamente, le mie mani si spinsero tra le sue gambe. Istintivamente, lei allargò le gambe, permettendomi di accarezzare il suo sesso.
Le labbra della sua vagina erano calde e bagnate. Man mano che i miei movimenti con la mano si facevano più intensi e veloci, sentivo la sua schiena inarcarsi, il respiro diventare più affannoso, il corpo scosso da brividi.
Di nuovo la sua mano scattò decisa fino al mio membro eretto, stringendolo con vigore.
Con l'altra mano, invece, mi spinse fino a portarmi in posizione verticale, sulle ginocchia.
Cambiando repentinamente posizione, portò le sue labbra carnose a pochi centimetri dal mio glande pulsante di desiderio.
Grazie al tenue chiarore di luna, riuscivo ad intravedere i suoi grandi occhi azzurri che mi fissavano, mentre con dolcezza baciava ogni centimetro del mio membro durissimo.
La mano di Marta si muoveva ritmicamente lungo l'asta, mentre con la lingua tracciava dei lenti cerchi attorno al glande, facendolo scomparire di tanto in tanto nella sua bocca calda.
Ormai al culmine del desiderio, le dissi di distendersi sull'asciugamano.
Lei, ubbidiente, si mise distesa, aprendo le gambe per mostrarmi il suo sesso pronto ad accogliermi.
Mi fermai qualche secondo a contemplare la vista del mio cazzo nero completamente eretto, appoggiato sulla sua pancia piatta. Stavo per scoparla.
Puntai il glande contro il suo sesso, finché non scivolò a fatica dentro di lei. Potevo chiaramente udirla emettere dei gemiti di dolore soffocati.
Iniziai a stantuffarla, prima lentamente, poi più velocemente. I gemiti di dolore si trasformarono in gemiti di piacere. I suoi baci si fecero via via più selvaggi, fino a diventare morsi.
La girai, facendola mettere a pancia in giù. Affondai con forza il mio membro dentro di lei, facendo leva su gambe e braccia per scoparla con forza.
Il mio membro duro allargava rumorosamente la sua stretta vagina.
Di nuovo notai in lei un crescendo di tremori e brividi, accompagnati da gemiti di piacere, fino al momento culminante.
Ormai incapace di trattenermi, fremente di eccitazione, tirai fuori il mio membro dal suo sesso ormai fradicio, per venire copiosamente sulle sue natiche.
Dopo quella intensa prima volta, partimmo entrambi per le vacanze estive, ognuno con i propri genitori. Ci ritrovammo mesi dopo, a scuola.
Non iniziò mai una relazione, perché nel frattempo io avevo iniziato a frequentare una ragazza.
Restammo amici e lo siamo tuttora.
Non c'è più stata l'occasione, perché ogni volta che ci siamo trovati, almeno uno dei due frequentava un'altra persona. Non sono però mancate battute, fantasie e tentazioni, magari dopo qualche bicchiere di troppo.
Siamo entrambi cresciuti ed aperti a fantasie più complesse.
Ci piace provocarci, raccontandoci liberamente i rispettivi desideri.
Ultimamente, ho come l'impressione che a breve le fantasie possano lasciare spazio ai fatti.
Potrei trovarmi a scriverne più presto di quanto io stesso mi aspetti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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